giovedì, settembre 03, 2015

una casa vuota

 Una casa vuota.
Ora è tutto quello che resta.
Chi mi incontrava nell'ultimo mese per le scale che portavano all'appartamento in cui aveva vissuto mio padre mi diceva :
"fare un trasloco è sempre impegnativo, non ci si ricorda mai quante cose si accumulano in una casa."
Mi hanno visto fare su e giù per un mese, fino a quando non sono riuscita a togliere l'ultimo scatolone e dare l'ultima mano di bianco.
In questo mese ho imbustato vestiti, inscatolato oggetti, smontato mobili,
ho pianto ad ogni busta che riempivo e ad ogni cassetto che svuotavo... perchè stavo imbustando la vita di mio padre. Tutta la sua esistenza in scatole e in buste e lui in un vaso...perchè alla fine un'urna è un vaso con coperchio. I primi giorni sono stati durissimi, poi man mano che svuotavo e sistemavo mi rendevo conto che non poteva essere solo quello, che non poteva finire li, dov'era lui mi sono domandata? Mi sono guardata intorno e l'ho visto : nei suoi libri, quei libri che si è portato dietro in ogni trasloco fatto, in ogni casa, a tutto ha rinunciato nella vita ma mai ai suoi libri. Quegli stessi libri che nell'ultimo anno ha voluto rileggere uno ad uno e che uno ad uno ha riguardato. Libri...centinaia di libri. Ho chiesto aiuto a chi pensavo potesse essere interessato ai vari generi e un giorno dopo l'altro ho visto giovani musicisti, matematici, filosofi, letterati, appassionati di letteratura arrivare un po' scettici pensando solo di fare un favore dando un'occhiata e poi illuminarsi davanti agli scaffali pieni delle librerie, domandandomi se davvero potevano prenderli, se ero sicura. Si, era sempre la mia risposta.
Quello che non hanno preso loro è andato nelle biblioteche e quello che ancora restava in donazione al Mato Grosso. Ho regalato tutto quello che ho potuto. Se avessi fatto solo sgomberare la casa avrei impiegato penso due giorni al massimo e pianto molto meno...così ho impiegato quasi un mese e alla fine mi ha resa felice; è come se avessi donato una parte di mio padre, quella parte che lui non ha mai saputo donare perché convinto di non avere niente, di non essere niente. Ho voluto dipingere da sola la casa, un po' piangendo, un po' ridendo, un po' ballando con la musica nelle orecchie e con la sensazione di aver chiuso un capitolo della mia vita, con la sensazione di aver avuto l'opportunità di dare un senso a tutto. Un trasloco mi dicevano...un trasloco è quando trasferisci il contenuto di una casa in un'altra casa, svuotare una casa è cosa ben diversa.
Bianco. Ora è tutto bianco. Il bianco delle pareti pulite, il bianco della carta di un foglio nuovo su cui scrivere, il bianco della luce che avvolge il mio cuore.

1 commento:

Manu ha detto...

Non ci conosciamo, ma ti abbraccio forte ugualmente.
Manu